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5 Manifesti del Punk Italiano

Teste Vuote Ossa Rotte - una delle principali fanzine punk degli anni '80

Quando il sottoscritto parla di punk non va preso alla lettera, a mio modo di vedere il punk è uno stato dell'essere con una visione creativamente nichilista del mondo. Ci vuole una buona dose di presunzione e una visione esclusiva per poter appartenere alla grande famiglia del punk, non è roba per tutti.

In questo post fisserò quelli che, secondo me, sono i 5 brani che meglio illustrano il punk italiano degli anni '70. Cinque brani che riescono a disegnare l'atmosfera e il contesto in cui il genere si è sviluppato in Italia e, in parte, riescono ad illustrarne le diverse sfaccettature.


Posso cominciare tranquillamente con Largo All'Avanguardia degli Skiantos, un vero e proprio manifesto dove la band bolognese riesce a concentrare tutto il suo pensiero e la sua ragion d'essere. Gli Skiantos sono l'unica vera e autentica band punk italiana, e lo affermo senza remore. Gli Skiantos sono talmente punk e dissacratori da essere incapace di prendersi realmente sul serio. Credo sia stato Trotsky a parlare di violenza rivoluzionaria creativa, ecco, gli Skiantos hanno incarnato quest'anima anarchica mandando allo svacco qualsiasi cosa e prima di ogni altra se stessi e la loro musica.




Unica punk band italiana ad entrare nel mainstream discografico europeo, spina sul fianco dell'edonismo reaganiano, i CCCP si sono fatti spazio con la loro provocazione politica attirando a sé una parte delle giovani generazioni degli anni '70 e '80. Valium Tavor Serenase è il brano che mette in musica lo spirito della band emiliana riassunto nel loro logo con il motto Punk Filosovietico Musica Melodica Emiliana. In questa canzone, non solo prende corpo questo intendimento, ma bene viene resa la portata del disagio e dell'estraniazione di una generazione che, di lì a qualche anno, avrebbe visto cambiare il mondo.




Siamo Solo Noi di Vasco Rossi forse non è proprio un pezzo punk in senso stretto, ma più di ogni altra canzone è capace di descrivere il disagio, il nichilismo e l'orgoglio di una generazione in cerca di liberazione e incapace di accettare conformismi e ipocrisie di un'Italia che comunque la voleva schierata e allineata. E' una canzone liberatoria con tutte le stigmate della cultura punk portate al massimo, come solo il Vasco nazionale riesce a fare. Per me, è ed resta la migliore in assoluto di questo cantautore.




Gli U.D.S. li ho conosciuti grazie all'album Virus, la prima compilation di punk italiano. Ho sempre amato Ma Che bella Società, con i suoi pregi ed i suoi difetti, una canzone semplice, con un testo anche ingenuo se vogliamo, ma sinceramente punk fino all'osso. Semplicemente irresistibile e ancora attuale, a ben vedere.




Chiudo con la dissacrazione assoluta dei Tampax e della loro O'dio. Pregevole band della scena punk di Pordenone che nel 2018 ha compiuto i 40 anni di attività. Tra gli anni '70 e '80 Pordenone è stata una delle capitali della musica indipendente italiana grazie al variegato e fuggevole movimento artistico conosciuto come Great Complotto dalle caratteristiche uniche ed originali. Con O'dio i Tampax raggiungono i vertici in termini di oltraggio verbale e violenza sonora. Credo che O'dio possa passare la storia come il primo pezzo hardcore punk italiano della storia. L'inutile, vuota violenza nichilista dove il nulla sonoro e lirico domina la scena rendono questo brano un capolavoro assoluto.

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