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La perfetta opera prima di Donald Fagen

La Copertina di The Nightfly di Donald Fagen

Un noto proverbio italiano reso celebre da Voltaire recita Il meglio è il nemico del bene. Un adagio che ci induce a riflettere sul fatto che la ricerca della perfezione può portare al mancato raggiungimento del risultato. Eppure nel 1982 con The Nightfly, suo primo album solista, Donald Fagen ( New Jersey, 10 gennaio del 1948) è riuscito a raggiungere vette musicali altissime curando la realizzazione di questo concept album fin nei minimi dettagli.

The Nightfly passa la storia per essere il primo album interamente in digitale, il LP è ricordato per la straordinaria qualità dell'incisione che ancor oggi resta insuperata, tanto che tutt'ora viene utilizzato per testare la qualità degli impianti Hi-Fi ed è uno dei riferimenti base degli audiofili. 



La sintesi musicale di Donald Fagen è unica nel panorama internazionale; in The Nightfly ha operato un’inedita sintesi cocktail di jazz, pop, blues, funk e soul dalla quale scaturisce un jazz-pop vellutato capace di colpire dritto al cuore. Fagen manipola la musica "colta" con un'attitudine squisitamente popular, sfuggendo la trappola del banale riadattamento e dei cliché del periodo (siamo in piena epopea 80). Così oggi The Nightfly non suona come un disco degli anni 80, né si può prestare a raffronti con le opere coeve o successive. 

La perizia tecnica della registrazione valorizza l'arte dei musicisti di cui Donald Fagen si è circondato per realizzare The Nightfly; gente d'alto bordo, il meglio del meglio dei sessionmen degli anni '80: Jeff Porcaro dei Toto alla batteria, Michael e Randy Brecker ai fiati, Marcus Miller al basso, Larry Carlton alla chitarra, Michael Omartian e Greg Philliganes alle tastiere, Valerie Simpson (Ashford & Simpson) ai cori. Il tutto diretto da Gary Katz, già in cabina di regia per tutti i dischi degli Steely Dan (la band di Donald Fagen), a donare un respiro "cinematico" al tutto.



The Nightfly è il ritratto dell’artista da giovane. Lo specchio delle fantasie di un ragazzo del Jersey cresciuto al bivio tra anni 50 e 60, come Fagen si autodefinisce nelle note di copertina:

Le canzoni di questo album rappresentano alcune fantasie che potrebbero essere state create da un giovane che è cresciuto nella periferia remota di una città nord-orientale tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, cioé qualcuno della mia corporatura,  del mio peso, con la mia altezza.

Così i temi delle canzoni  vanno dall'ingenuo ottimismo per un futuro tecnologico (il "brave new world" di "I.G.Y.", la nuova frontiera kennedyana), all'ansia strisciante per la Guerra Fredda (il rifugio atomico di "New Frontier", lo spauracchio cubano di "The Goodbye Look") con lo sguardo che si allarga, dal personale al sociale e l'ironia che si affila, per tratteggiare un'istantanea caustica dell'America dei baby-boomer. 



Nel 1982 The Nightfly non è stato un successo di grandi dimensioni. Ma la visione di Donald Fagen si è fatta apprezzare nel tempo: l'album ha continuato a vendere negli anni con regolarità, diventando un longseller, tanto che nel 2007 ne è uscita una versione celebrativa, un cofanetto con 3 CD contenente molto materiale extra. Ora ce lo possiamo anche gustare in streaming, sicuramente rinunciando alla perfezione sonora ricercata per questa opera senza tempo del jazz pop.

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