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Psichedelia From Outer Space

Jimi Hendrix visto da Moebius
Tra la metà degli anni '60 e i primi anni '70 del secolo scorso si fa strada una vera e proprio cultura psichedelica che vede nell'uso degli allucinogeni il modo per poter espandere la propria percezione e il flusso di coscienza al fine di acquisire una visione più vasta del flusso della realtà del mondo: un livello di coscienza superiore capace di svelare una verità nascosta. Quello psichedelico è un vero e proprio movimento culturale che coinvolge scienza, pseudoscienza, sociologia, filosofia e tutte i generi artistici. Direi che i risultati raccolti da questo movimento siano ben riassunti da un dialogo del film Paura e Delirio A Las Vegas di Terry Gilliam.

"Una generazione di storpi permanenti, cercatori falliti, che non hanno mai capito il vecchio, essenziale inganno della cultura dell'acido: la disperata certezza che qualcuno o almeno una qualche forza, aspettasse alla fine del tunnel, offrendo una luce."

Meglio ancora il poema Urlo di Allen Ginsberg del 1955, manifesto della Beat Generation, la generazione precedente a quella degli anni '60, i precursori della cultura psichedelica.

"Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte..."

Nonostante questo (o come sostengo alcuni, proprio per questo), la psichedelia ha prodotto generi musicali unici e indimenticabili, ha avuto tra le sue file protagonisti di alto valore artistico capaci di regalarci suoni e canzoni uniche, irripetibili. E' stato, tutto sommato, un momento magico in cui molti hanno pagato un prezzo caro.



In Psichedelia From Outer Space ho cercato di riassumere le varie sfumature della musica psichedelica, dal rock, alle ballate, perché la psichedelia è un genere che racchiude dentro di sé molti sottogeneri e stili. Tra in nomi in evidenza cito i britannici Kula Shaker, band post-Britpop attiva negli anni '90 che ha fatto della psichedelia uno dei suoi marchi, notevoli i brani Tattva e Govinda, uno vero sballo per l'anima.




Non proprio psichedelici in senso stretto, più prossimi al rock prog sono i greci Aphrodite Child's di Vangelis Papathanassiou e Demis Roussos. E', a mio avviso, una band che merita d'essere riscoperta perché ha prodotto della gran bella musica, non sempre dall'ascolto facile, ma ricca di suggestioni e sfumature rare a trovarsi nella musica contemporanea. Devo confessare d'aver scoperto Vangelis solo nel 1982 grazie alla sua colonna sonora del film Blade Runner di Ridley Scott. Da allora non l'ho più abbandonato.




E non credere che in fatto di psichedelia l'Italia sia stata da meno rispetto altri paesi; quando si tratta di vizi, noi non siamo secondi a nessuno. Il movimento culturale psichedelico è stato molto attivo nel nostro paese, la sua contro cultura era molto diffusa tra i giovani e si è manifestata in diverse forme d'arte. Tra i musicisti più importanti e creativi c'è sicuramente Claudio Rocchi che è stato definito


"iI più originale dei cantautori italiani e il più intransigente verso le sue convinzioni musicali"

"Un artista intelligente e originale, un caso raro in Italia, un instancabile “agitatore culturale” figlio in tutto e per tutto degli anni Settanta, dei quali è stato grande protagonista".

Claudio Rocchi è uno di quei cantautori capace di sorprendere, sempre originale, mai banale, ti basterebbe scorrere le sue note biografiche su Wikipedia e, ancor meglio ascoltare la sua musica su Spotify, per capire lo spessore del personaggio.




Nell'affrontare questa playlist ho ho scoperto i Traffic, gruppo storico e importantissimo del rock britannico. Originari di Birmingham, non si può restare impassibili alla loro musica, spesso arricchita da strumenti all'epoca pionieristici e ricca di una poesia che li rende primi tre i migliori. Il loro album d'esordio Mr Fantasy ha dato anche il nome all'omonimo programma musicale della Rai condotto da Carlo Massarini negli anni '80.




Chiudo questa breve carrellata di video con i mitici Velvet Underground, una delle realtà più geniali della scena newyorkese tra gli anni '60 e '70. Grandi anticipatori delle tendenze di fine anni '70 i Velvet Underground di Lou Reed è uno dei gruppi più influenti della storia del rock. In tutti i sensi sono stati un vero gruppo d'avanguardia, nel caso ci fosse un giovanissimo tra i miei 5 lettori, gli consiglio caldamente di seguire le loro registrazioni, farà delle scoperte sorprendenti.




I più esperti possono vedere che le mie playlist non sono proprio coerentemente filologiche, ma anche in questo caso il mio intento era quello di ottenere una playlist da sballo e direi che ci sono riuscito.
Come si suol dire, sballando si impara.

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