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Marco Ongaro da Leonard Cohen a John Carpenter


Marco Ongaro Presenta l'album Voce
Marco Ongaro e la copertina di Voce, il suo album del 2016

Mi ero quasi dimenticato della sua esistenza. Sto parlando di Marco Ongaro, ovviamente. Evidentemente è un artista un po' schivo, anche se ricordo di averlo visto in tv con Corrado Augias.
In verità Marco è un artista piuttosto complesso (poliedrico si usa dire), a cui sopratutto piace giocare con le parole e con la musica, un cantautore a tutto tondo, per farla breve.

Ongaro inizia la sua carriera musicale alla fine degli anni '80 (quella di scrittore e drammaturgo inizia dopo il 2000) e già da subito si fa apprezzare nei circuiti musicali più esigenti (Premio Tenco, ad esempio). Ha tutte le stigmate del cantautore, gioca con le parole e con il loro significato più profondo, è molto bravo in questo, ma non sottovaluta mai il potere della musica e per questo i suoi dischi non sono mai banali, troppo concentrati sui testi (per capirci) ma offrono sempre delle felici sorprese. (Vedi su Wikipedia)

Il 25 ottobre del 2016, Marco Ongaro se ne esce con l'album Voce, nel quale, musicalmente, mette a nudo le proprie idee, raccontandole con arrangiamenti minimi, senza sovrastrutture, come ben si racconta in questo video.


Dell'album Voce mi piacciono particolarmente alcune canzoni, che ti segnalo. Tra queste c'è sicuramente Essi Vivono, dove le liriche si intrecciano con il pianoforte in una gradevole danza.




Molto carina e sopratutto ironica e divertente è Elena, canzone maschile che parla della bellezza fatua e di come possa intrappolare un'esistenza dentro l'illusione dell'eternità.

Bionda è forse la più bella, in senso assoluto tra le canzoni di questo album. Il gioco tra il vizio della passione e quello del tabacco, è crudelmente ben riuscito al nostro Marco Ongaro.



Melanconicamente gradevolmente coinvolgente è anche Cambierò, che a mio avviso potrebbe andare a braccetto con Vedrai Vedrai di Luigi Tenco. In entrambi i casi le canzoni trattano di speranze lontane e di promesse che si sa, non si possono mantenere. Ma ostinatamente ci si prova, come a fuggir da un destino non voluto.


Alleluja è la traduzione in italiano, curata dallo stesso Ongaro, dell'Halleluja di Leonard Cohen. Forse è un metro che possiamo usare per misurare le reali doti di quest'autore che merita di essere apprezzato, perché fa le cose veramente con il cuore.


Puoi ascoltarti tutto l'album su Spotify, ovviamente. Sarei molto curioso di sapere la tua opinione su quest'autore, non solo, mi piacerebbe anche che mi consigliassi qualche autore degno di nota presente nell'attuale scenario italiano. :) Buon Ascolto People!

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